Il giallo e la Rosa di Gorizia – correzione

Otto appuntamenti per festeggiare la Rosa di Gorizia..otto i ristoranti coinvolti che hanno preparato un menu interamente dedicato al radicchio più chic del mondo, le serate saranno accompagnate dagli inediti scritti da Roberto Covaz.

Cliccando sul >> link trovate  il depliant in pdf

 

 

 

 

Uno spunto per riflettere…

 

 

Dal mensile Gambero Rosso, nr. 240, gennaio 2012, pg. 8

La Rosa di Gorizia – Casa Viva

Un altro bellissimo articolo su la Rosa di Gorizia..

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

LE RICETTE

 

Rosa di Gorizia con calamaretti penna e patata violetta

 

Tempo : 40 min

Ingredienti per 6 persone :

300g di calamaretti penna, 18 boccioli di Rosa di Gorizia, 4 patate violetta, olio di oliva per friggere, 25 cl di olio extravergine d’oliva, rosmarino, 4-5 grani di pepe nero intero, sale.

Due giorni prima, preparate l’olio aromatico aggiungendo il rosmarino e il pepe nero in grani all’olio extravergine d’oliva; chiudete con cura il contenitore e conservate al fresco e lontano dalla luce. Mondate i boccioli di radicchio conservando interi quelli piu teneri, lavateli e asciugateli. Lavate i calamaretti sotto l’acqua corrente eliminando ogni sorta d’impurita, asciugateli e conservateli al fresco. Lavate le patate e affettatele finemente. In una padella antiaderente scaldate l’olio d’oliva facendo attenzione che non superi mai i 170-180 c, quindi immergete un po’ per volta le fettine di patata. Appena cominceranno a diventare leggermente dorate e croccanti togliete dalla padella e appoggiatele su fogli di carta da cucina. In un’altra padella,scaldate un cucchiaio d’olio d’oliva e cuocete velocemente i calamaretti, per 2-3 minuti. Regolate di sale. Presentate il piatto con le foglie di radicchio e i boccioli interi, aggiungete qualche calamaretto e le fettine di patata. Salate e condite con l’olio al rosmarino.

 

Rosa di Gorizia con triglie di scoglio e mela friulana

Ingredienti per 6 persone: 12 boccioli di Rosa di Gorizia, 12 triglie di scoglio, 1-2 mele friulane tipo la Brnenka dal sapore dolce acidulo (in alternativa si puo utilizzare la varieta Granny  Smith), olio extravergine d’oliva delicato, sale, pepe nero macinato fresco.

Mondate i boccioli di radicchio conservando interi quelli piu teneri, lavateli e asciugateli. Pulite il pesce eliminando le teste e le interiorità e ricavatene dei filetti. Lavate le mele, tagliatele i nquarti e quindi a fettine sottili. Copritele con la pellicola e conservatele al fresco. In una padella antiaderente, scaldate 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva e cuocete per qualche minuto i filetti di triglia da entrambe le parti. Quando saranno ben dorati rimuoveteli dalla padella e aggiustate di sale. Preparate i piatti mescolando delicatamente il radicchio con le fettine di mela,quindi aggiungete i filetti di triglia. Condite con olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale e una macinata di pepe nero.

 

 

Rosa con straccetti di carne affumicata e pistacchi

Tempo: 15 min

Ingredienti per 6 persone: 24 boccioli di Rosa di Gorizia, 100 g di Brusaula affettata (tipica carne secca affumicata del Friuli Venezia Giulia; in alternativa si possono utilizzare degli sfilacci di manzo) 60 g di pistacchi sgusciati, olio extravergine d’oliva, aceto di vino Sirk della Subida, sale, pepe nero macinato fresco.

Mondate i boccioli di Rosa di Gorizia conservando interi quelli piu teneri, lavateli e asciugateli. Tagliate la Brusaula a striscioline sottili. Mescolate il radicchio addieme alla carne e ai pistacchi. Salate, pepate e condite con un filo di olio e aceto.

 

Crema di merluzzo con Rosa di Gorizia saltata

Tempo: cca un’ora

Ingredienti per 6 persone: 300g di filetti di merluzzo, 200 g di fagioli bianchi freschi, 12 piccole Rose di Gorizia, 1 cipolla, 1 chiodo di garofano, 1 litro di  brodo vegetale leggero, olio extravergine d’oliva, sale, pepe bianco macinato fresco.

Pulite i fagioli e cuoceteli per trenta minuti in abbondante acqua salata assieme alla cipolla nella quale avrete conficcato il chiodo di garofano. Mondate il radicchio lasciando o boccioli interi, lavatelo e asciugatelo. Cuocete al vapore i filetti di merluzzo per dieci minuti. Scaldate un cucchiaio di olio in una padella antiaderente, poi mettetevi i filetti di merluzzo e i fagioli scolati: cuocete per qualche minuto a fuoco dolce mescolando spesso.

Aggiustate di sale (regolatevi in base al grado di sapidita del brodo che utilizzerete) e passate il composto in una casseruola. Aggiungete un poco per volta il brodo bollete e continuate la cottura  per 5-6min. Passate al mixer fino a ottenere una crema morbida e omogenea. In una padella antiaderente fate sciogliere una piccola noce di burro e saltate velocemente i radicchi. Servite la crema con un filo d’olio extravergine d’oliva e pepe bianco macinato fresco e completate con la Rosa di Gorizia saltata.

 

 

INSOLITI BOUQUET

 

Li avete assaporati in fantasiose insalate e colorati risotti. Ne sapete riconoscere il gusto delicatamente amarognolo e la consistenza croccante.

Ma li avete mai considerat come centrotavola decor?

di Marina Liverani

Shabby Chic:

Le rose del giardino sono elementi essenziali del moderni stile elegantemente trasandato, che riprende la natura e le sue imperfezioni esaltandone la bellezza, e predilige oggetti che,dimenticata la loro funzione primaria, scoprono di averne un’altra a sorpresa. La tavola shabby chic si veste con tessuti dai colori pastello, materiali naturali dal  sapore romantico e oggetti vintage. Invece del classico fiore, la Rosa di Gorizia, parimenti bella, ma ancor più shabby, cessa per un momento di essere ortaggio, e si reinventa corolla interpretando un’inconsueta materia creativa per il centrotavola invernale.

Rosa senza spine

Corolle prive steli, con i petali spavaldi arricciati all’indietro, le Rose di Gorizia possono essere composte, come in un mazzo, in un vaso di media altezza e dall’apertura abbastanza grande. Potete aiutarvi infilando la base di ogni radicchio (nella parte della piccola radice) su uno stecco di legno abbastanza lungo (creando una sorte di gambo), in modo da poterli comporre meglio. Oppure se preferite un centrotavola più ricco, scegliete un’antica insalatiera o una zuppiera di porcellana bianca, che con il suo candore farà risaltare ogni sfumatura delle foglie, adagiatevi una spugna per fiori già bagnata e perfettamente sagomata, dove infilerete le rose che avrete precedentemente munito di gambo(usando anche in questo caso gli stecchi di legno). Coprite tutta la superfice della spugna con le rose creando anche varie altezze,avendo cura che ogni corolla sia bene aperta e rivolta verso l’alto.

Colore di famiglia

A Gorizai son certi di saper individuare il nome del  produttore  del loro speciale radicchio solo guardando il colore e la forma del fiore. Ogni famiglia infatti, tramandosi di generazione in generazione i metodi di coltivazione, compie un’attenta selezione dei semi,in modo da garantire a ogni raccolto la speciale forma a corolla. Come esperti stilisti, gli agricoltori goriziani, miscelano le sementi per ottenere il colore desiderato, che identifica, come un marchio di famiglia, il produttore: rosso intenso, granato, variegiato, rosa sfumato o anche giallo. Cosi, ogni Rosa di Gorizia, tutt’altro che banale, ha varie nuance diverse, per realizzare bouquet monocolori oppure ricchi di sfumature.

 

Da CASA VIVA, gennaio 2012, n.460. Pg  123-130

Servizio di Martina Liverani

Ricette e food styling di Maddalena Caruso

Foto di Stefano Scatà

Keber – poliphenolica.com

” Il gruppo è formato da amici che, legati da una comune passione per Cibo e Vino nelle loro più varie espressioni hanno deciso di sperimentare quanto di nuovo offerto dal panorama enogastronomico pur restando indissolubilmente legati alla qualità e all’esperienza della tradizione. La PoliPhenolica è aperta a tutti, organizza attività anche itineranti. E’ gemellata alla “Compagnia del Cibo Sincero” Aderisce al “Manifesto della Cucina Nazionale Italiana” di Martino Ragusa. “

NON ESITATE A VISITARE IL SITO!


Le Poli…degustazioni sul Collio

 

Avremo il piacere che speriamo di condividere con voi, di andare in giro per il Collio, a trovare i nostri amici produttori  dei quali vi racconteremo tutto…o quasi.

Il Collio si estende su una zona collinare racchiusa tra il Friuli e la Venezia Giulia, in provincia di Gorizia, fino ed oltre il confine con la vicina Slovenia dove troviamo la Brda, il prolungamento del Collio goriziano o l’inizio della Slovenia… In effetti, tralasciando di raccontarvi la Storia di questi luoghi che merita ben più ampi approfondimenti,possiamo solo affermare che si tratta di un confine puramente politico poichè  storie di amicizia e parentele vanno oltre la fredda lettura della cronaca. Collio e vini bianchi di grande qualità sono un indissolubile binomio.Venite con noi.

Oggi andiamo  a trovare la Famiglia Keber.

Edi Keber, ormai da qualche anno affiancato da suo figlio Kristian e con il sostegno delle due donne di famiglia, Silvana e Veronika, si può sintetizzare, con tutti i limiti di una sintesi, in due parole: contadino illuminato.

Contadino per  auto-definizione, illuminato per la sua esplosiva personalità  e per la lungimiranza che lo hanno reso un  punto di riferimento per tutto il Collio.

La sua azienda, in quel di Zegla-Cormons (Go), è qusi un porto di …Collio per  amici e visitatori che, oltre a bere un  ottimo calice    di Collio Bianco si fermano a discutere di argomenti seri e semiseri.

Edi Keber, già venti anni fa aveva un progetto ben chiaro: produrre un solo vino che fosse rappresentativo del territorio. Nel 2008  ha raggiunto il suo obiettivo arrivando a produrre un solo vino bianco, il  “Collio” con i vitigni che fanno parte della tradizione della viticultura locale:  malvasia, ribolla gialla e tocai (oggi friulano) , in percentuale più alta.

Al  di là della mineralità, dei sentori  floreali ed anche di agrumi, del timo e della mandorla , tipica del Tocai /Friulano che predomina,   Il vino parla del territorio, ne contiene e trasmette profumi  e struttura.

Il Collio Keber dopo la fermentazione, viene affinato in vasche d’acciaio poi imbottigliato.

Ancora più possente è il Collio Riserva, stessi vitigni ma vinificazione diversa.

Dopo la fermentazione infatti, il vino viene  affinato in botti di legno, poi rimane  un anno nelle vasche di cemento ed ancora un anno in bottiglia, rigorosamente “magnum” e neanche numerose, cinquecento  sono le  bottiglie  che vanno sul mercato. Il Collio Riserva che si produce solo  nelle annate migliori conquista tutti per la sua morbidezza  sostenuta da una buona acidità,  per il suo equilibrio gustolfattivo  che racchiude ed esprime con eleganza l’anima del vino e quindi della terra.

Una raccomandazione che leggerete anche in etichetta : agitare prima dell’uso!

Abbiamo avuto il piacere di veder “crescere” Kristian e conoscendo il suo amore, la sua dedizione a attaccamento alle sue radici siamo certi che fra non molto si parlerà di lui non come figlio di Edi ma come Kristian Keber, bravo produttore di Zegla, discendente da una  antica dinastia di vignaioli…

Per dovere di cronaca non possiamo omettere di citare la produzione di un vino rosso: il Merlot  Riserva.

Giuditta Lagonigro

 

Dal sito www.poliphenolica.it

 

Premio Nonino 2012

 

PERCOTO (Udine) / Ci si avvicina al premio Nonino, uno dei più prestigiosi eventi letterari italiani. La giuria del premio ha reso noti i premiati e le motivazioni che hanno portato alla scelta dei vari riconoscimenti. Si tratta di un gruppo di giurati prestigiosi, a cominciare dallo scrittore anglo-caraibico V.S. Naipaul, premio Nobel per la letteratura, il poeta libanese Adonis, poi John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Morando
Morandini, Edgar Morin ed Ermanno Olmi. La 37 esima edizione è andata per il Premio Nonino  RISIT D’ÂUR 2012 ai Contadini degli Orti di Gorizia, il Premio internazionale al poeta Yang Lian  ( Libri Scheiwiller e Einaudi ), Michael Burleigh, storico del Novecento, (Rizzoli) ha vinto il premio “A un maestro del nostro tempo” , Hans Kung, studioso di religioni e politica,  (Rizzoli) ha ottenuto il “classico” premio Nonino.

Ecco le motivazioni rese note in data odierna dalla giuria che riportiamo integralmente: Premio Nonino Risit d’Âur 2012 ai CONTADINI DEGLI “ORTI DI GORIZIA” Ai Contadini degli orti di Gorizia che da oltre centocinquant’anni si tramandano gelosamente, di generazione in generazione, i preziosi semi della “ Rosa di Gorizia ”. … “nessuno di noi dà le sue sementi ad altri produttori, perché queste sono il nostro vero patrimonio“ dice Francesco Brumat, produttore con la moglie Anna in Piuma di Gorizia.
Francesco è uno degli otto contadini che nel 2000 hanno costituito l’associazione per tutelare, favorire e promuove in Italia ed all’estero il nome e la produzione tradizionale di questo straordinario radicchio a
forma di rosa vanto, sin dal 1873, degli “orti della città di Gorizia” definita dal Barone Karl Von Czoernig
“la Nizza Austriaca”.

Dal sito www.youreporternews.it

 

L’azzeruolo

A volte cespuglio a volte alberello, è comunque quello che fiorisce per primo in primavera. Selvatico da bosco fruttifica piccoli pomi rossi a grappolini,  gustosi e dissetanti, non vengono quasi mai consumati freschi a causa del loro gusto tannico  e un po legnoso, con loro si può comunque fare marmellate o confetture. Le varietà da coltivazione hanno frutti piu grossi, maturano fino a diventare morbidi, ottimi per  mostarde adattissime ad accompagnare formaggi saporiti o carni.

Una varietà di questi è quella che usiamo noi per la nostra mostarda.

 

Appello a tutti i Cormonesi!!

 

 

Appello a tutti i Cormonesi!!

Giovedì 19. gennaio arriva a Cormons la troupe di Linea Verde, il programma sull’agricoltura di Rai 1.

Le riprese si terranno dalle 11 alle 13.00  in piazza XXIV. Maggio, vicino all’ Enoteca.

Siete invitati a partecipare, vi aspettiamo in tanti.. ma tanti tanti tanti!!

 

I petorai

Una piccola pera invernale che matura molto tardi, per non aspettare la si mangia cotta. Prodotto tipico, di grande tradizione, da proteggere e valorizzare.

Compariva per i Santi, cotta nel vino per gli adulti, passata al forno con una noce di burro e zucchero per donne e bambini.

Nella città di Trieste in particolare era usanza offrirli in strada o durante gli intervalli nei cinematografi, in teatro nelle fiere. Li vendevano quasi sempre donne che purchè arrivassero ancora caldi al compratore li tenevano stretti al petto; da qui il nome “ petorai “.

 

Regina dei Vigneti, Pradis

Gennaio 2012

L’Azienda Picech si sta occupando del restauro del Capitello dedicato alla Madonna Regina dei Vigneti, situata nel sentiero del Cros Altis sin dai primi anni del Novecento.

 

E’ una delle tradizioni più forti e si rinnova ogni anno nel giorno di San Giuseppe, il 19 marzo.

Si tratta della messa all’aperto all’ancona votiva della Madonna Regina dei Vigneti, a Pradis. Come da usanza in tanti saranno presenti alla celebrazione, anche se pochi conoscono davvero la storia di questa manifestazione. Tutto nacque negli anni Ottanta per volontà di un agricoltore, Egidio Picech detto “Il Ribel” e dell’allora parroco Monsignor Giuseppe Trevisan. Il racconto parte da una vicenda di guerra durante l’ultimo conflitto: di un bombardiere che per errore sgonciò delle bombe, a pochi metri dal Capitello non scalfendolo, nonostante l’enorme devastazione che causò nei dintorni. Negli anni successivi a prendersene cura fu sempre lui, Egidio Picech, che la portò a restauro per opera dell’artista Marino Novelli. Grazie all’amicizia che li univa, Egidio e Monsignor Trevisan si diedero molto da fare affinché si svolgesse in questo sito una festa dedicata a San Giuseppe. La tradizione viene portata avanti da Roberto Picech che da anni si impegna ad onorare la memoria del padre in questo giorno di festa, circondato dai suoi amici viticoltori, che si raccolgono in preghiera per ringraziare quanto di buono la natura aveva offerto nell’annata precedente ed invocare il benessere morale e materiale di quella entrante.

 

….prima

 

….dopo

La Rosa di Gorizia e il Canarino di Gorizia

La Rosa di Gorizia è una perfetta combinazione tra natura e uomo. Non è un fiore, ma un radicchio: il radicchio più chic del mondo. Rosa in quanto deve avere la forma di un bocciolo appena aperto. Due le sue varietà : La Rosa di Gorizia e il Canarino di Gorizia, che sono seminate ogni anno con la luna calante assieme al frumento.

Ogni contadino, come raccontano Francesco Brumat e sua moglie Anna, » è molto geloso delle proprie sementi, ottenute selezionando i cespi dalle forme a bocciolo di rosa  e dai colori migliori, che poi vengono appesi alle travi a essiccare e sono quindi conservati per la semina successiva.«

Con la brina comincia la raccolta; le foglie grandi sono bruciate dal gelo, ma al centro i piccolo cespi sono intatti. I grandi cespi vengono raccolti con le radici legati a mazzi e coperti con la paglia che si innaffia  molto spesso, e cosi restano per circa 15 giorni, a una temperatura di almeno 12 º. In questo periodo il loro cuore diventa tenero, mentre i colori si intensificano. Pulito (di un chilo  restano solo due,tre etti) finalmente arriva a tavola. Ciò che conquista sono la sua croccantezza e il fatto che non è amaro. Inoltre ha una lunga durata (in frigo anche più di una settimana). Come gustarlo? Intanto nel curarlo bisogna tenere una piccola parte della radice. Il Canarino è il più delicato, ha colore giallo canarino con venture rosa o bianche e sta molto bene con i fagioli bianchi. Va condito con extravergine e aceto di vino.

La Rosa di Gorizia, rosso carico brillante con sfumature bianche, si abbina con la dolcezza delle patate o della mela Seuka grattugiata, ma anche coi fagioli borlotti, essendo di sapore in po’ più intenso del Canarino. Ottimo anche con le uova sode.

Ma questi radicchi, a mio parere, vanno gustati in purezza con extravergine del Collio e aceto di Sirk. Hanno lunga storia, che risale a quando qui c’erano gli Asburgo.

 

Dal libro Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori – I solisti del gusto di Walter Filiputti